Crisi Ucraina – Russia  –  lettera aperta alle  istituzioni per scongiurare un’altra guerra

Crisi Ucraina – Russia – lettera aperta alle istituzioni per scongiurare un’altra guerra

Come italiani e come europei stiamo assistendo ad una preoccupante escalation della tensione tra la Russia, gli Stati Uniti e la Nato ai confini dell’Europa. Una escalation nella quale, allo stato attuale, nessuno dei contendenti esclude l’eventualità del ricorso alle armi e rispetto alla quale nessun osservatore esclude che possa evolvere in conflitto armato, anche nucleare, che potrebbe coinvolgere la stessa Europa.

Il Centro Pace, Ecologia e Diritti Umani di Rovereto – in rete con varie associazioni della Vallagarina, il Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani, A.N.P.I. Rovereto -Vallagarina – esprime piena soddisfazione per gli argomenti trattati e l’ottima affluenza di pubblico in merito alla serata sulla situazione in Ucraina che ha visto l’intervento di Paolo Bergamaschi, già europarlamentare e collaboratore alla Commissione Esteri del Parlamento Europeo, oltre che promotore del progetto di un Corpo Civile di pace Europeo.

Nella trattazione Paolo Bergamaschi ha ricostruito la storia recente dell’Ucraina e le tensioni che la vedono contesa e inglobata nell’area di influenza russa. Con richiami ai trattati di Minsk e ai tanti interessi di controllo militari di queste aree, si è prospettato a una fase di continue tensioni e prove muscolari che possono portare a una balcanizzazione dell’Ucraina.

L’intervento di Vincenzo Passerini ha sottolineato l’importanza del dialogo tra le reti associative e civili tra l’Ucraina e l’Italia, per poter appellarsi a un continuo lavoro diplomatico e promuovere una trattativa che porti sicurezza e scongiuri un’altra guerra alle porte dell’Europa.

In particolare è stata letta una lettera aperta rivolta alle istituzioni locali e nazionali per mantenere alta l’attenzione e per dimostrare attenzione oltre che ai temi di importanza economica, anche alle ricadute sociali per scongiurare un conflitto armato.

Crisi Ucraina – Russia

Il parlamento, il governo, la società civile si mobilitino per scongiurare un’altra guerra

L’incontro con Paolo Bergamaschi, pacifista, ambientalista, europeista, grande esperto di Europa dell’Est, è stato un importante momento di dialogo e confronto sulle cause più profonde e controverse della questione.

La gravissima crisi tra Ucraina e Russia, che ha provocato una guerra da anni in corso, costata migliaia di vite umane e centinaia di migliaia di profughi, si sta aggravando. Non possiamo rimanere in silenzio.

Chiediamo al Parlamento e al governo del nostro Paese di premere in tutte le sedi internazionali, Unione Europea e Nato in primo luogo, perché sia percorsa la via diplomatica e non quella della prova di forza che può sfociare in una guerra ancora più estesa e sanguinosa e in una invasione.

In occasione del ricevimento del premio Nobel per la Pace 2021, il giornalista russo Dmitry Muratov, coraggiosa voce libera che denuncia le violazioni dei diritti umani e della libertà di espressione in Russia, come fece la sua collega Anna Politkovskaja che pagò con la vita il suo coraggio, ha detto: “Nel nostro Paese (e non solo) è comune pensare che i politici che evitano lo spargimento di sangue siano deboli, mentre il dovere dei veri patrioti è minacciare il mondo con la guerra. I potenti promuovono attivamente l’idea della guerra. Il marketing aggressivo della guerra colpisce le persone, che iniziano a pensare che la guerra è accettabile”.

È così. I potenti promuovono attivamente l’idea della guerra anche in Occidente e il marketing aggressivo della guerra colpisce anche le nostre popolazioni.

La corsa agli armamenti è ripresa in maniera impressionante in tutto il mondo con spese enormi e investimenti giganteschi nella ricerca scientifica. Anche il nostro Paese vi partecipa. Uno scandalo vergognoso di fronte alle moltitudini di poveri e alle innumerevoli vittime della fame e delle malattie perché prive di medicinali e di cure.

Chiediamo che l’Unione Europea persegua con coraggio una politica di dialogo e di rifiuto al ricorso alle armi per risolvere le crisi internazionali. I disastri immani e i fallimenti delle guerre di questi ultimi decenni nel Vicino Oriente e in Libia, nate anche per gravi responsabilità dell’Occidente, e che sono costate centinaia di migliaia di vita umane, distruzioni spaventose e milioni di profughi, devono insegnare qualcosa. Devono insegnare che la corsa agli armamenti e il ricorso alla guerra aggravano i problemi e non li risolvono.

Chiediamo che anche i cittadini e le organizzazioni della società civile facciano sentire forte la loro voce perché vincano le ragioni del dialogo e siano sconfitte quelle della guerra. E cessi la vergognosa corsa agli armamenti.

Le associazioni del Centro Pace, Ecologia e Diritti Umani di Rovereto

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