La guerra… e poi? Raniero La Valle – 18 gennaio

La guerra… e poi? Raniero La Valle – 18 gennaio

Invito all’incontro
La guerra… e poi? Lasciate in Pace la Terra

mercoledì 18 gennaio 2023 ore 20.30

Urban Center – sala Kennedy – Corso Rosmini, 58

Incontro con Raniero La Valle, autore del libro “Leviatani, dov’è la vittoria?” edito da Emi
Interviene il giornalista Francesco Comina

Coordina l’incontro Mario Cossali, presidente A.N.P.I. del Trentino


Relatore:
Raniero La Valle, laureato in giurisprudenza, è giornalista: fu direttore dell’Avvenire d’Italia negli anni del Concilio Vaticano II, lavorò in Rai e ha dato vita alla rivista Bozze. Tra le sue collaborazioni, quella di lunga data con il quindicinale Rocca. Parlamentare per quattro legislature, ha sempre avuto a cuore la democrazia, i diritti, la giustizia internazionale e la pace. Ha dato vita a numerose iniziative, tra cui “Costituente Terra”, associazione di cui è presidente. Tra i suoi numerosi libri, per Emi ha pubblicato Un Concilio per credere.



Promuovono:

Centro Pace ecologia e diritti umani, A.N.P.I. Rovereto-Vallagarina, CAVA – coordinamento ass. per l’Africa della Vallagarina

Adesione di: Cantiere di Pace, ACLI Destra Adige, ass. Italia-Nicaragua, Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani

COMUNICATO STAMPA

Prosegue la riflessione sulla guerra in Ucraina a partire dall’opinione di un amico della nonviolenza come Raniero La Valle, giornalista ed esperto di politica internazionale, autore del libro “Leviatani, dov’è la vittoria? – Tornino i volti, disimparare l’arte della guerra” edito da Emi. Il libro sarà presentato la sera di mercoledì 18 gennaio alle ore 20.30 nella sala dell’Urban Center di Corso Rosmini.

Il nuovo libro di Raniero La Valle affronta un tema fondamentale: quale spazio resta alla pace, in un mondo costantemente in guerra? Una riflessione politica, giuridica, religiosa e sociale di rara intensità

A un anno di distanza dall’invasione dell’Ucraina, il mondo si trova sempre più immerso nella follia della guerra. Una follia a cui – è il monito di Papa Francesco – «non possiamo rassegnarci». Al tempo stesso, però, si sono ridotti gli spazi di critica e persino la parola “pace” rischia di essere svuotata del suo vero senso.

Sulla quarta di copertina del libro

«Armi all’Ucraina, sanzioni alla Russia, porti chiusi ai naufraghi, missili per togliere gas e luce alla vita di Kiev, il mondo in olocausto, e uno fra tutti che si stacca dal branco e non vuole nessuno
al di sopra o eguale a sè: torniamo a chiamarli Leviatani questi stati sovrani e facciamo sovrani i popoli le costituzioni e la pace».
Questo libro edito da EMI è spiazzante. Invano vi si cercherebbe chi ha “ragione” e chi ha “torto” in una condizione di guerra continua. Un libro che ci proietta nelle profondità nel Novecento, arrivando fino ai nostri giorni.
Un libro che è un invito a rimuovere il pregiudizio che vede la guerra come natura e la pace come artificio, facendo così dell’amore il padre e il principio di tutte le cose.

Agli inizi degli anni Novanta del secolo scorso, scrive Raniero La Valle, «la guerra non solo era bandita dal diritto, ripudiata dalle Costituzioni, ma godeva di un unanime discredito e repulsione nell’opinione pubblica mondiale. La guerra, identificata con la guerra nucleare, era considerata come il male assoluto, anche dai governanti. La Guerra fredda era combattuta per evitare la guerra. La guerra era il terrore; la pace era l’equilibrio del terrore, era la deterrenza: cioè togliere il terrore con il terrore. Nella nuova situazione creatasi dopo il 1989, la guerra invece doveva essere ripristinata, richiamata dal suo esilio, eticamente riscattata e di nuovo agghindata e adornata come una sposa. E naturalmente occorreva anche tenere in mano le carte per l’ultima partita sulla ripartizione e l’utilizzo delle riserve in via di esaurimento del petrolio e degli altri combustibili fossili».

Oggi la guerra è combattuta per iniziare altre guerre. È un conflitto permanente, probabilmente asimmetrico, certamente totale che, passando dall’Iraq alle torri gemelle, dall’Afghanistan all’attuale situazione di conflitto multipolare ha portato alla situazione attuale. Una situazione in cui nessuno sa più distinguere tra amico e nemico, perché ognuno è potenzialmente un nemico, e il campo politico e sociale è letto attraverso il filtro di un messianismo rovesciato.

Da questa genealogia della guerra contemporanea – a cui è dedicata la prima parte del volume – prende spunto l’Autore per analizzare l’evolversi della situazione in Ucraina. Un «diario in presa diretta», un «reportage di idee», come lo avrebbe chiamato Michel Foucault, che dal 26 gennaio al dicembre 2022, mette in ordine fatti, cronache, situazioni che mostrano come la «guerra non sia solo come continuazione, ma la sostituzione della politica con altri mezzi».

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