Cambiamo rotta! Riuscita la raccolta fondi

Cambiamo rotta! Riuscita la raccolta fondi

Un ottimo risultato di partecipazione e 1.600 euro di raccolta fondi hanno segnato l’incontro con padre Alex Zanotelli e Silvia Maraone – operatrice Ipsia Acli, tenutosi a Rovereto lo scorso 2 gennaio, promosso dalla Diocesi di Trento e dalle associazioni “Centro Pace Ecologia e Diritti – Rovereto” e Tam Tam per Korogocho insieme al Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani.

Nell’incontro pubblico della sala Filarmonica sono stati raccolti 1600 euro a favore della campagna “Cambiamo rotta!” e in particolare a sostegno del progetto lavanderia e delle cucine collettive promosso da IPSIA – ACLI, nel campo profughi di Lipa, presso la città di Bihać, nel distretto bosniaco di Una Sana.

Un buon risultato che permette il rilancio della campagna “Cambiamo Rotta!” che ha l’obiettivo di raccogliere fondi per consentire la prosecuzione dell’attività della lavanderia che risponde a necessità igienico-sanitaria. In questi mesi più freddi dell’anno, avere vestiti e lenzuola pulite sono prerequisito per il mantenimento della salute. A causa della scarsa igiene, si stima infatti che circa il 50% dei migranti soffra di scabbia. Mentre le cucine collettive rispondono ad un bisogno relazionale e identitario: poter cucinare in base alle proprie tradizioni, invece di ricevere quotidianamente un pasto dalla Croce Rossa locale, permette infatti di avere maggiore autonomia di lavorare insieme ad altri.

La campagna “Cambiamo rotta!” è sostenuta da un gruppo di realtà locali tra cui la Diocesi di Trento, IPSIA Trentino, ACLI, ATAS, CNCA Trentino, Movimento dei focolari, Forum Trentino per la pace e i diritti umani e Osservatorio Balcani Caucaso.

Per informazioni: www.rottabalcanica.eu

Per sostenere la campagna “Cambiamo rotta!”:

Conto Corrente intestato a Opera Diocesana Pastorale Missionaria

IBAN: IT28J0801605603000033300338

causale: Progetto Balcani

ROTTA BALCANICA, MIGRANTI E DIRITTI VIOLATI

La rotta balcanica, che giunge ai confini sud-orientali dell’Unione Europea, è uno dei principali percorsi migratori per le persone che cercano di raggiungere l’Europa via terra. È però anche uno dei più pericolosi, dove si costruiscono muri e barriere in filo spinato ed è diventato teatro di sistematici abusi dei diritti umani, che talvolta sembrano passare inosservati. La Bosnia è diventata il baricentro dei flussi migratori nei Balcani in quanto stato direttamente confinante con la Croazia, membro dell’Unione europea più vicino.

Respingimenti alla frontiera e ricorso alla violenza sono pratiche ampiamente riportate lungo tutta la rotta; numerose testimonianze di migranti che hanno subito violenze, come manganellate, pestaggi, utilizzo di spray al peperoncino, oppure che hanno ricevuto l’ordine di camminare scalzi per chilometri lungo il confine. La rotta più attiva rimane quella dei Balcani occidentali, dove il numero delle persone che superano il “game”, espressione utilizzata dai migranti per indicare il passaggio tra il confine bosniaco e quello croato, sono aumentati del 170%.

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