Cluster bombs: al bando entro 2008, ma non per Usa, Russia e Cina

Ben 46 dei 49 paesi partecipanti alla Conferenza Internazionale hanno infatti concordato una dichiarazione d’intenti che li impegna entro il 2008 a concludere un nuovo Trattato che proibisca “l’uso, la produzione, la vendita e le scorte di cluster bombs (bombe a grappolo) che causano danni così inaccettabili ai civili”. La dichiarazione invita anche i vari Paesi del mondo a mettere immediatamente al bando le bombe a grappolo, anche prima della formale entrata in vigore dell’accordo.

 

 

 

Contrari Polonia, Romania e Giappone, mentre Russia, Stati Uniti e Cina – ma anche altri produttori come Israele, India e Pakistan – non hanno nemmeno partecipato alla Conferenza. E il portavoce del Dipartimento di Stato Usa, Sean McCormack, si è subito affrettato a confermare che “queste munizioni continueranno a far parte dell’arsenale statunitense e saranno usate rispettando appropriate regole di ingaggio”: ciò nonostante il 14 febbraio scorso un progetto di legge che proibisce l’uso e il trasferimento di munizioni cluster sia stato presentato ed accolto con un ampio consenso dal Congresso degli Stati Uniti. Lo stock di cluster bombs negli Stati Uniti è di circa 720 milioni e di 1 miliardo di submunizioni.

 

Le bombe a grappolo non sono esplicitamente proibite dalle leggi di guerra, sebbene la Convenzione di Ginevra ne sottolinei i rischi per la popolazione civile. Impiegabili sia dall’artiglieria che dall’aviazione, sono progettate per dividersi in volo ed esplodere all’impatto al suolo: tuttavia il “tasso di fallimento” – ovvero la percentuale di ordigni che cade senza esplodere diventanto così vere e proprie mine – è di norma piuttosto alta: nell’offensiva israeliana in Libano della scorsa estate si è registrato un dato superiore al 30%, il che rende la situazione peggiore di quanto già avvenuto in altri teatri bellici quali il Kosovo e l’Iraq.

 

“Un risultato straordinario, al di là di ogni nostra aspettativa” – ha dichiarato Steve Goose della Cluster Munition Coalition. Assai più del protocollo, il Trattato diventa, non solo maggiormente vincolante, ma simbolicamente più forte sulla strada di una riduzione sempre più consistente delle armi inumane in dotazioni agli eserciti. Regno Unito e Francia avevano insistito per introdurre il divieto solo nell’accordo sulle armi convenzionali, senza però riuscire a convincere gli altri. La Conferenza ha già stabilito il calendario dei prossimi appuntamenti per portare avanti la costruzione del Trattato entro l’anno prossimo: Lima a maggio, Vienna a novembre e Dublino all’inizio del 2008. Nel gruppo dei 46 paesi ci sono sia produttori che utilizzatori e possessori di stock di bombe a grappolo, sia nazioni che ne conoscono i midicali effetti, come Afghanistan, Libano e Siria.

 

“Una parte fondamentale l’ha certamente giocata la società civile” – scrive Emanuele Giordana su Lettera 22. Durante la Conferenza governativa si è infatti tenuto anche un Forum con la presenza di un centinaio tra associazioni e Ong di varie parti del mondo. Senza la loro determinazione e pressione questo risultato non sarebbe stato possibile. Secondo Thomas Nash, coordinatore della Coalizione per la messa al bando (Cluster Munition Coalition), la “comunità internazionale ha compiuto un passo storico per mettere fine una volta per tutte alle cluster e gli intenti comuni e il senso di urgenza della Conferenza ci fanno sperare che entro il 2008 ci sarà il nuovo Trattato”.

 

Per Giuseppe Schiavello, direttore della Campagna italiana contro le mine, “dopo l’incoraggiante risultato sarebbe auspicabile che i singoli paesi procedessero con la rapida approvazione delle leggi nazionali di messa al bando, oppure con una moratoria delle cluster, come fatto dall’Austria. In attesa della definizione del Trattato – ha aggiunto – si potrebbe optare per una moratoria multilaterale come auspicato dall’Italia”.

 

Per quanto riguarda l’Italia va ricordato che lo scorso novembre è stato presentato in una Conferenza stampa il disegno di legge (Ddl) bipartisan firmato da 37 senatori e 120 deputati per la messa al bando delle cluster bombs in Italia.

Il Ddl modifica la legge 374/97 (per la messa al bando delle mine antipersona) e ne estende gli effetti alle munizioni cluster, ordigni che colpiscono prevalentemente la popolazione civile. L’Italia è tuttora uno degli almeno 57 Paesi al mondo che hanno nei propri arsenali munizioni cluster, definizione che comprende sia le bombe d’aereo che munizioni più piccole d’artiglieria – nota la presentazione del Ddl.

 

Fonte: www.unimondo.org

FacebookFacebook

5 Comments

  1. Hi there Dear, are you actually visiting this web page
    on a regular basis, if so after that you will absolutely obtain nice know-how.

  2. Nice post. I was checking constantly this weblog and I’m impressed!
    Very helpful info particularly the final phase 🙂 I maintain such information a lot.
    I used to be looking for this certain info for a long
    time. Thank you and good luck.

  3. Simply desire to say your article is as astonishing. The clearness
    in your post is just excellent and i could assume you’re an expert
    on this subject. Fine with your permission let me to grab your RSS feed
    to keep up to date with forthcoming post. Thanks a million and please keep up the enjoyable work.

Lascia un commento

Articoli e proposte intorno all’OBIEZIONE alle GUERRE

Un sogno fatto d’acqua! campagna Acqua, Ambiente e Città

Archivio