Gaza, appello dalle donne di Israele a fermare la guerra
“Siamo vicine alle donne e agli uomini che stanno soffrendo e morendo in terra di Israele e di Palestina” scrivono nel loro volantino le Donne in nero contro la guerra legate al Centro per la Pace.
L’attacco brutale e indiscriminato di Hamas del 7 ottobre scorso, forza fondamentalista e profondamente misogina, ha scatenato la vendetta brutale del governo israeliano.
Hamas ha colpito anche uomini e donne che in questi anni si stavano impegnando per una convivenza pacifica tra i due popoli.
Nonostante le enormi sofferenze, ancora oggi in Israele c’è chi continua a credere nella nonviolenza, si dissocia dalla politica bellicista delle forze al potere e confida nella forza del dialogo e della conoscenza reciproca.
Ci uniamo a tutte le donne e gli uomini che in Israele protestano contro la politica di occupazione e violenza del loro governo nei confronti del popolo palestinese. Facciamo nostro il grido lanciato in questi giorni da una delle prime “donne in nero” di Israele:
“Dal fiume Giordano al mare, insieme, tutte le persone libere!”
Da parte nostra continuiamo a denunciare e contrastare la politica del Governo italiano
– che non ha intrapreso alcuna iniziativa per un cessate il fuoco, astenendosi perfino nell’assemblea ONU del 27.10.2023 sulla mozione per una pausa umanitaria nella guerra contro Gaza.
– che è schierato esclusivamente con il Governo israeliano e continua ad ignorare l’escalation di soprusi e aggressioni da parte dei coloni e dell’esercito israeliano a danno dei palestinesi in Cisgiordania
–che partecipa alla missione , con navi militari, per garantire la sicurezza della navigazione nel Mar Rosso, sotto il comando di Washington , al di fuori del mandato UE e Nato, senza passare da un dibattito parlamentare
Nonché del Governo degli Stati Uniti che il 9 dicembre ha posto il veto, nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni unite, alla risoluzione del cessate il fuoco,il rilascio immediato e incondizionate degli ostaggi e l’accesso degli aiuti umanitari sostenuta da 90 Paesi e con 13 membri del CS a favore
Denunciamo inoltre che la Risoluzione del Consiglio di Sicurezza approvata il 22 dicembre scorso, con la astensione degli USA e della Russia, non prevede il cessate il fuoco ma solo la eufemistica formulazione di “passi urgenti che favoriscano una cessazione sostenibile delle ostilità” mentre .
Viene diffuso anche l’appello della società civile israeliana da firmare online al sito