Lettera inviata ai Comuni e alla Comunità della Vallagarina

Lettera inviata ai Comuni e alla Comunità della Vallagarina

Il Coordinamento accoglienza della Vallagarina invia una lettera a tutti i Sindaci della Vallagarina e al presidente della Comunità della Vallagarina per un confronto pubblico sulla situazione creata dal primo Decreto Sicurezza che non abolisce infatti il diritto all’iscrizione anagrafica dei richiedenti asilo, ma semplicemente la procedura semplificata per tale iscrizione.

Lettera aperta ai Comuni e alla Comunità della Vallagarina

 

Dopo la conversione del Decreto Sicurezza (D.L. 113/2018, entrato in vigore il 5 ottobre 2018, convertito in legge n. 132/2018), la possibilità di iscrizione all’anagrafe dei richiedenti asilo è stata preclusa e, in alcuni casi, è stata impedita persino a titolari di protezione sussidiaria, per un’erronea interpretazione della legge.

L’aggiunta all’articolo 4 della Legge 142 del 2015 del comma 1 bis secondo cui «Il permesso di soggiorno di cui al comma 1 non costituisce titolo per l’iscrizione anagrafica ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 1989, n. 223, e dell’articolo 6, comma 7, del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286» ha causato la materiale impossibilità di iscrizione all’anagrafe di centinaia e centinaia di persone, che si sono viste negare un diritto soggettivo fondamentale, creando un discrimine contrario alla nostra Costituzione, che all’art. 3 sancisce:  «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali».

 

Cionondimeno, in tale contesto, alcuni sindaci, basandosi anche sulle osservazioni e gli approfondimenti di diversi giuristi esperti in materia (Daniela Consoli e Nazzarena Zorzella avvocatesse2; Emilio Santoro professore di Filosofia del Diritto3), si sono opposti al divieto d’iscrizione anagrafica dei richiedenti asilo, assumendosi responsabilità personali di firma, come ad esempio i Sindaci di Palermo e Crema. Ciò in rispetto non solo degli articoli3 e 16 della Costituzione), ma anche dell’art. 2 del Protocollo n. 4 allegato alla CEDU, ratificato e reso esecutivo in Italia con DPR 14 aprile 1982, n. 217 sulla Libertà di circolazione, che sancisce: «Chiunque si trovi regolarmente sul territorio di uno Stato ha il diritto di circolarvi liberamente e di fissarvi liberamente la sua residenza», nonché con l’art. 12 del Patto internazionale sui diritti civili e politici: «Ogni individuo che si trovi legalmente nel territorio di uno Stato ha diritto alla libertà di movimento e alla libertà di scelta della residenza in quel territorio», adottato dall’Assemblea generale il 16 dicembre 1966, e reso esecutivo in Italia con legge  n. 881 del 25 ottobre 1977.

 

Secondo gli esperti,  il Decreto Sicurezza non abolisce infatti il diritto all’iscrizione anagrafica dei richiedenti asilo, ma semplicemente la procedura semplificata per tale iscrizione.

Posto quindi che l’esibizione del permesso di soggiorno, ai fini della iscrizione anagrafica, assolve al compito di dimostrare la regolare presenza del cittadino non comunitario sul territorio italiano, gli interpreti e gli ufficiali di Governo dovranno chiedersi, nel silenzio del legislatore, quale documento possa, invece del permesso di soggiorno, assolvere alla funzione voluta dalla legge.

Ed invero, per i richiedenti la protezione internazionale la regolarità del soggiorno, più che dal permesso di soggiorno, che teoricamente potrebbero anche non ritirare o ottenere in ritardo come spesso accade, è comprovata dall’avvio del procedimento volto al riconoscimento della fondatezza della pretesa di protezione e quindi (tralasciando in questo contesto la semplice dichiarazione di volontà) dalla compilazione del cd. “modello C3”, e/o dalla identificazione effettuata dalla questura nell’occasione. L’uno o entrambi i documenti certificano la regolarità del soggiorno in Italia, assolvendo perfettamente alle condizioni previste dalla legge per l’iscrizione anagrafica».

 

Per quanto sopra esposto chiediamo che venga garantito da tutti i Comuni della Vallagarina il diritto di iscrizione anagrafica dei richiedenti asilo, per porre fine al più presto a questa pratica lesiva dei diritti della persona e contraria alla nostra Costituzione.

 

Rimaniamo in attesa di una cortese risposta al fine di trovare soluzioni.


Le realta’ che aderiscono al Coordinamento accoglienza della Vallagarina sono:

Centro di educazione alla Pace, Cedas-Caritas, Fondazione Comunità Solidale, Cooperativa Punto d’approdo, Associazione ATAS, ANPI Rovereto-Vallagarina, Associazione NOI Più, Borgo Sacco e S. Caterina, gruppo Resistenza pacifica, Associazione Lucicate, Associazione Social Catena, Don Sergio Nicolli Vicario zona pastorale Vallagarina, C.A.V.A. Coordinamento ass. per l’Africa della Vallagarina.

Altre adesioni: Emergency- gruppo di Trento, Amnesty International Rovereto e Alto Garda, Comitato ‘Non laviamocene le mani’, Tam Tam per Korogocho

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