Petizione per il clima per le elezioni provinciali

Petizione per il clima per le elezioni provinciali

Un gruppo trentino, apolitico, di esperti di clima si è riunito ed ha preparato un manifesto rivolto ai candidati alle prossime provinciali per chiedere che l’attenzione e politiche sul clima e contro il cambiamento climatico siano inserite nell’agenda politica.
Potete trovare le proposte qui:

Cosa proponiamo

  • 1. Una politica più presente: un Assessorato all’Ambiente e al Clima

    Definire le competenze sul tema dei cambiamenti climatici all’interno dell’amministrazione per garantire un’azione di governance organica e trasversale nei settori dell’ambiente, dell’economia e della società.

  • 2. Supportare un maggiore coordinamento tra enti

    Sull’esempio dell’Osservatorio Trentino sul Clima (costituito con Delibera della Giunta Provinciale 1836/2010), garantire, con adeguate risorse e supporto istituzionale, il coordinamento intersettoriale tra le realtà che si occupano di monitoraggio, ricerca, formazione e comunicazione sui temi del clima e dei cambiamenti climatici.

  • 3. Una strategia più ambiziosa per la riduzione delle emissioni di gas serra (mitigazione)

    Concretizzare gli obiettivi dell’Accordo sul Clima di Parigi e dare continuità alle azioni già intraprese, intensificando gli sforzi su: risparmio energetico, utilizzo di fonti rinnovabili, mobilità sostenibile e pubblica, edilizia sostenibile, riduzione dei rifiuti e stili di vita consapevoli.

  • 4. Un Piano provinciale di adattamento ai cambiamenti climatici

    Un piano di politiche e interventi per diminuire la vulnerabilità dei sistemi naturali e socio-economici e aumentare la loro capacità di risposta (resilienza) di fronte agli inevitabili impatti. Il Piano locale deve essere coerente con il Piano nazionale di adattamento, inoltre le misure individuate vanno integrate nelle leggi e negli altri strumenti di pianificazione provinciale (ad es. Piano energetico ambientale, Piano di qualità dell’aria, Piano della mobilità elettrica, Strategia per lo sviluppo sostenibile).

  • 5. Un’agricoltura locale “clima-intelligente” (climate smart agriculture)

    Attraverso l’incentivazione dell’innovazione, dell’efficienza energetica, del razionale uso dell’acqua e del suolo, della valorizzazione degli scarti, della diversificazione dei processi e dei prodotti, sostenendo iniziative imprenditoriali che tengano in considerazione gli scenari climatici attesi.

  • 6. Una gestione della risorsa idrica innovativa

    In vista di una possibile diminuzione della disponibilità futura, attuare scelte coraggiose per ottimizzare l’uso dell’acqua e fronteggiare efficacemente i conflitti sull’utilizzo che saranno sempre più frequenti per l’uso potabile, per l’agricoltura, la produzione idroelettrica e l’innevamento artificiale.
    Adottare misure volte sia al risparmio che all’accumulo dell’acqua, utilizzando i volumi già disponibili, ma integrandoli in un sistema sinergico.

  • 7. Nuove opportunità di lavoro e una maggiore attenzione ai settori a rischio occupazionale

    Promuovere nuove professionalità investendo in sviluppo e innovazione nei settori della green economy e green technology, attraverso una maggiore sinergia tra formazione, ricerca e imprese del territorio.

  • 8. Promuovere la ricerca scientifica

    Potenziare le attività di ricerca sui cambiamenti del clima e i loro impatti e gli investimenti dedicati, valorizzando i risultati innovativi nel settore tecnologico finalizzato al contenimento delle emissioni e in generale alla risposta al cambiamento climatico.

  • 9. Il clima come patrimonio culturale comune

    Inserire il tema dei cambiamenti climatici nei curricula scolastici e nella formazione obbligatoria per gli insegnanti.
    Strutturare campagne di informazione su larga scala per gli amministratori locali e per la cittadinanza, per aumentare la consapevolezza su rischi e vulnerabilità e promuovere i comportamenti virtuosi dei singoli.

  • 10. Promozione della cooperazione internazionale verso i Paesi più vulnerabili

    Favorire azioni di cooperazione internazionale allo sviluppo nei contesti più colpiti dai cambiamenti climatici, spesso con causa di fenomeni migratori, garantendo la quota minima di contributi finanziari annuali prevista dalla L.P.4/2005.

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