Perché l’Italia vota contro la messa al bando delle armi nucleari?

Perché l’Italia vota contro la messa al bando delle armi nucleari?

 

Gentile direttore, ho trovato sul sito di Altreconomia una notizia sconcertante: il governo italiano all’Assemblea dell’ONU si è opposto all’avvio di negoziati per vietare le armi nucleari.

Altreconomia – http://altreconomia.it/italia-contro-bando-armi-nucleari/ – scrive che il 27 ottobre le Nazioni Unite hanno deciso a larga maggioranza di avviare a marzo 2017 i negoziati per un trattato che preveda la messa al bando di questo tipo di armi, ma il nostro Paese è tra quelli che non appoggiano la Risoluzione. L’esecutivo Renzi affianca così la posizione degli Stati Uniti d’America, alleato NATO, uno dei nove al mondo che detiene questi sistemi d’arma.

Il Primo comitato sul disarmo dell’Assemblea ONU di New York ha deliberato l’avvio di un percorso verso un Trattato di messa al bando degli ordigni nucleari per il 2017. Le Nazioni Unite hanno adottato a larga maggioranza -123 i Paesi favorevoli- una Risoluzione politica che chiede di avviare nei prossimi mesi i negoziati per un Trattato volto a vietare questo tipo di armi. Una decisione che pone fine a due decenni di paralisi negli sforzi multilaterali per il disarmo nucleare.

Tra i 38 Paesi che hanno votato contro, c’è anche l’Italia. 16, invece, gli Stati che si sono astenuti. La risoluzione (denominata L.41) fissa un Conferenza tematica delle Nazioni Unite a partire dal marzo del prossimo anno: una riunione aperta a tutti gli Stati membri con il fine di negoziare uno “strumento giuridicamente vincolante per vietare le armi nucleari, che porti verso la loro eliminazione totale”. I negoziati a riguardo continueranno poi nel mese di giugno e luglio del 2017.

La Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari (ICAN), coalizione mondiale della società civile attiva in 100 Paesi, di cui fa parte la Rete italiana per il Disarmo, ha salutato l’approvazione della Risoluzione come un importante passo in avanti. “Per sette decenni l’ONU ha messo in guardia contro i pericoli dell’arma nucleare e tantissime persone ed organizzazioni nel mondo hanno portato avanti campagne per la loro abolizione. Oggi la maggior parte degli Stati ha deliberato di bandire queste armi” ha commentato Beatrice Fihn, Direttore esecutivo di ICAN.

57 nazioni sono stati co-sponsor (cioè primi firmatari) del testo proposto, con Austria, Brasile, Irlanda, Messico, Nigeria e Sud Africa ad essersi assunti il compito di redigere concretamente la Risoluzione. Il voto delle Nazioni Unite è avvenuto solo poche ore dopo l’adozione da parte del Parlamento Europeo di una propria risoluzione su questo tema: 415 voti favorevoli (con 124 contro e 74 astensioni) ad un invito verso tutti gli Stati membri dell’Unione europea a “partecipare in modo costruttivo” ai negoziati del prossimo anno.

Le armi nucleari rimangono le uniche armi di distruzione di massa non ancora fuori legge in modo globale e universale nonostante i loro catastrofici impatti ambientali e umanitari, ben chiari e documentati. “Un Trattato che vieti le armi nucleari rafforzerebbe la norma globale contro l’uso e il possesso di queste armi, già presente nel Trattato di non proliferazione, chiudendo le principali lacune del regime giuridico internazionale esistente e stimolando un’azione di disarmo che per molto tempo si è bloccata”.

Attualmente per le armi nucleari esistono solo divieti parziali. Il disarmo nucleare è stata una delle priorità delle Nazioni Unite sin dalla creazione dell’Organizzazione nel 1945. Gli sforzi per far avanzare questo obiettivo fondamentale si sono fortemente rallentate negli ultimi anni, con le potenze nucleari che hanno deciso di investire pesantemente nella modernizzazione dei propri arsenali. Ci sono ancora più di 15.000 armi nucleari attualmente nel mondo, in particolare negli arsenali di appena due nazioni: gli Stati Uniti e la Russia. Sette altri Stati possiedono armi nucleari: Gran Bretagna, Francia, Cina, Israele, India, Pakistan e Corea del Nord.

Gli Usa mantengono oggi 70-90 bombe nucleari in Italia(50 nella base americana-italiana di Aviano (PN) e 20-40 a Brescia-Ghedi).

La domanda che nasce spontanea è quindi: “Perché l’Italia si è opposta all’avvio di un percorso di negoziazione per il divieto della detenzione di armi nucleari?” Questo divieto sarebbe coerente con l’articolo 11 della nostra Costituzione: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali;…..”  Il parlamento non ha niente da dire sull’applicazione dell’art.11? E il governo può ignorarlo? I nostri parlamentari potrebbero spiegare ai cittadini quale beneficio trarrebbero l’umanità intera e il pianeta Terra dall’esplosione di bombe nucleari?

Confidando in una risposta dai parlamentari trentini la ringrazio per l’attenzione e per il risalto che vorrà dare a questa grave notizia.

Buon lavoro.

Marino Cofler  -Besenello (TN)

 

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5 Comments

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