Nous sommes charlie – Condanne arabe e islamiche

 

 

Je suis Charlie

 

La Rete della Pace si unisce alle tante voci che hanno riempito Piazza Farnese, per portare la solidarietà alla Francia ed ai familiari delle vittime dell’orribile strage avvenuta a Parigi nei locali della rivista satirica Charlie Hebdo.

Ancora una volta la violenza e la barbarie sfidano la democrazia e le libertà, in Francia come in Pakistan, come in Nigeria, come in tutti quei luoghi dove non siamo stati in grado di costruire condizioni di vita dignitose, convivenza e rispetto tra culture e religioni diverse.
Il problema è globale, ci coinvolge e ci interroga tutti quanti. Alla barbarie senza barriere e senza frontiere dobbiamo rispondere conl’estensione universale dei diritti, con la legalità, con la politica alta, coerente e coraggiosa, con la cooperazione tra i popoli e con l’eliminazione delle povertà, delle discriminazioni, delle nuove forme di schiavismo, della tratta umana.
Nous sommes charlie !!!

La Rete della Pace

 

 

 

Voci arabe ed islamiche si sono levate in Medio Oriente per condannare l’attacco a Charlie Hebdo, a cominciare dalla Lega araba e dal centro teologico al Azhar del Cairo, la massima autorità religiosa sunnita. Allo stesso tempo nella regione non sono mancate reazioni di segno opposto.

Al Azhar ha condannato «l’attacco criminale». L’Islam – ha scritto in un comunicato – «denuncia ogni tipo di violenza”. Un suo funzionario, Abbas Shoman, ha aggiunto che l’istituzione «non approva l’uso della violenza anche se era in risposta ad un reato commesso contro sentimenti musulmani sacri». Sulla stessa lunghezza d’onda la dichiarazione diffusa da Nabil al Arabi, il Segretario generale della Lega araba, che ha «condannato fermamente l’attacco terroristico al giornale Charlie Hebdo a Parigi».

Parole simili sono state pronunciate anche da Abu Mazen, il presidente dell’Autorità nazionale palestinese, che ha indirizzato al presidente francese François Hollande, un messaggio in cui definisce l’attentato di ieri un attacco contro la religione e la morale. Ancora tra i palestinesi è da segnalare l’intervento del segretario generale di Iniziativa Nazionale Palestinese, il dottor Mustafa Barghouti. “Questo attacco che ha portato all’uccisione di giornalisti coraggiosi non rappresenta l’Islam…Rappresenta la brutalità di chi vuole mmettere a tacere le voci libere e il pensiero libero in tutto il mondo”. I disegnatori Wolinski, Cabu, Charb e Tignous – prosegue Barghouti – ” sono stati uccisi per la loro libertà e la loro opinioni proprio come il fumettista palestinese Naji Al-Ali nel 1987, per mettere a tacere le loro voci libere”.

Sono prese di posizione significative perchè Charlie Hebdo aveva scatenato forte rabbia tra molti musulmani per la pubblicazione di vignette sul profeta Maometto ritenute offensive. Anche la Turchia ha aggiunto la sua voce alla condanna di “ogni forma di terrorismo”, rimarcando allo stesso tempo che l’Europa deve combattere contro la crescente islamofobia. «Siamo contro ogni forma di terrorismo, indipendentemente da dove viene e quali siano le sue motivazioni», ha detto Mevlut Cavusoglu ministro per gli affari europei del governo Erdoğan. Per Cavusoglu il terrorismo e l’islamofobia in Europa sono strettamente connessi.

Proprio dalla Turchia sono però giunte “giustificazioni” all’attacco compiuto contro il giornale satirico francese. Il giornale Yeni Akit, vicino ai movimenti islamisti, ha titolato “Attacco sulla rivista che ha provocato i musulmani”, salutando il bagno di sangue come una vendetta per la decisione della rivista di pubblicare vignette che avevano preso di mira Maometto. Turkiye, altra testata islamista, ha prima scritto “Attacco alla rivista che ha insultato il nostro Profeta” e, successivamente, dopo le reazioni negative di diversi lettori, ha cambiato il titolo in “Attacco alla rivista che ha pubblicato brutte vignette del nostro Profeta”.

Fonte: http://nena-news.it

9 gennaio 2014

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1 Comment

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