Proposte, piattaforma della Rete della pace per la Perugia-Assisi

Proposte, piattaforma della Rete della pace per la Perugia-Assisi

Le ragioni e le proposte per costruire le alternative alle guerre, ai muri ed alla violenza. Attenzione anche alle guerre d’Africa. Per queste ragioni partecipiamo alle ‘Marcia Perugia-Assisi della pace e della fraternità‘…

LE GUERRE IN AFRICA

Due anni fa lanciammo l’allarme per la guerra nella regione del Kivu nella Repubblica Democratica
del Congo,(RDC) dove preziosi minerali, come cobalto, uranio, oro, coltan (indispensabile per i
nostri cellulari), fanno da sfondo ad una guerra che dura decenni e che non si può dire del tutto
spenta, anche perché alimentata dalla domanda dei mercati occidentali mai sazi di materie prime e
di profitti. La presenza di caschi blu, qui come altrove, non è servita a portare la pace. Interessi
locali e strategie internazionali continuano a moltiplicare i focolai di guerra, dal Sud Sudan al
Burundi.
L’economia africana, malgrado qualche accenno di crescita in settori limitati e circoscritti, continua
ad essere fondamentalmente un’economia di guerra. Con i suoi interessi, infatti, l’economia
africana mantiene uno stato permanente di tensioni e di conflitti sociali, nutriti dalla povertà e
dall’ingiustizia distributiva, e “giustifica” una sempre maggior presenza di capitali e forze armate
straniere, incluse le milizie private, per garantire all’Occidentale e a potenze come Cina e Russia
l’accesso alle risorse naturali e l’accaparramento di terre e oceani.
Dalla stagione delle indipendenze a cavallo degli anni Sessanta del secolo scorso, l’Africa non ha
mai conosciuto un solo anno senza che le guerre insanguinassero una parte del suo territorio. E non
si contano più le transizioni alla democrazia fallite, le riconciliazioni sfociate nella riapertura di
vecchi e nuovi conflitti, le “primavere” di ogni stagione e latitudine seguite dall’autunno dei fragili
spazi di libertà appena raggiunti.
Solo nell’anno in corso, molteplici prove elettorali sono degenerate in brogli, in contestazione dei
risultati delle urne, il consolidarsi di “dinastie” repubblicane (grazie alla proroga “costituzionale”
del rinnovo dei mandati presidenziali), il ricorrente balletto tra derive autoritarie del vincitore e
tentazioni golpiste o da guerra civile del candidato sconfitto.
Persino le missioni di pace dell’Onu e dell’Unione Africana e di paesi singoli, come la Francia, si
sono macchiate di crimini abominevoli come lo stupro, le violenze e lo sfruttamento sessuali contro
le popolazioni locali. Coloro che sono inviati per proteggere i civili, ne diventano i carnefici. Non
proprio casi “individuali”, come si ha invece la tendenza a classificarli, ma fatti strutturali che
dimostrano la diffusione di una cultura della violenza e dell’impunità nei confronti dei più deboli.
L’Africa delle guerre è anche questa impudica, insolente e soprattutto violenta politica di
“mantenimento” della pace e delle “forze di pace”, ma di quale pace?
E c’è l’Africa della guerra al terrorismo, terreno di caccia di nuovi interventi stranieri. Ma è anche
l’Africa dove il terrorismo non è solo il prolungamento della crisi mediorientale, ma è frutto
autoctono di una crisi sociale e identitaria, aiutata certo, come altrove, da interessi, stranieri e non, a
manifestarsi in alcune direzioni particolari. E il terrorismo in Africa è intrecciato al contrabbando, al
mercato delle armi e delle persone. L’Africa, continente serbatoio degli schiavi, ha costruito una
parte della sua economia sul più importante commercio mondiale di persone: migranti,
prostituzione, turismo sessuale, bambini soldato, corpi per l’espianto di organi.
Se gli strumenti della politica internazionale appaiono inappropriati non è tanto per la loro
debolezza o inadeguatezza, problemi che pure sono reali, ma per la volontà di talune potenze di
giocarsi liberamente i propri interessi nel campo economico, nel commercio delle armi, nel
mantenere privilegi di natura coloniale. La diplomazia internazionale, e quella europea in modo
particolare, priva di una visione condivisa e di un ancoraggio saldo ai valori della dignità, della pace
e dei diritti umani, ha fatto dell’Africa un terreno di scontro, dove nessun colpo è escluso a danno
delle popolazioni africane.

In questo quadro come Rete della Pace ci impegniamo a promuovere un’attenzione all’Africa
più costante e meno episodica, a cominciare dal monitoraggio delle politiche del nostro
governo e dei governi dell’UE, in modo particolare del commercio delle armi, dal rinsaldare
l’alleanza strategica con la società civile africana, vivace ma facile preda della repressione da
una parte e dell’indifferenza dall’altra, da una consapevolezza maggiore dei nostri
comportamenti come consumatori, compresi quelli come turisti, e del loro impatto
sull’ambiente, la società e la cultura africane.

http://www.retedellapace.it

FacebookFacebook

5 Comments

  1. The other day, while I was at work, my cousin stole my apple ipad and tested to see if it
    can survive a thirty foot drop, just so
    she can be a youtube sensation. My apple ipad is now destroyed and she has 83 views.
    I know this is totally off topic but I had to share it with someone!

  2. Hi would you mind letting me know which webhost you’re utilizing?
    I’ve loaded your blog in 3 different internet browsers and I must say
    this blog loads a lot quicker then most. Can you recommend a good internet hosting provider at a honest price?
    Many thanks, I appreciate it!

Lascia un commento

Articoli e proposte intorno all’OBIEZIONE alle GUERRE

Un sogno fatto d’acqua! campagna Acqua, Ambiente e Città

Archivio