Per un cessate il fuoco in Medio Oriente!

PER UN CESSATE IL FUOCO
Ma quanto sappiamo veramente su questa nuova guerra, sulle motivazioni profonde e lontane, sui reali obiettivi?
Ci rendiamo conto che le cause vanno aldilà degli avvenimenti contingenti e locali (rapimenti dei soldati, risposta ai missili); stanno dentro un quadro molto più vasto e complesso che è difficile cogliere attraverso l’informazione quotidiana. La tragicità degli eventi bellici, l’orrore e la pietà per le vittime (civili in stragrande minoranza) occupano la scena e monopolizzano giustamente la nostra attenzione oscurando però la dimensione delle strategie a lungo termine, degli interessi economici, degli equilibri geopolitici.

 

 

Vediamo la difficoltà con cui la diplomazia internazionale si confronta su questa tragedia che, ancora una volta, sfida le dichiarazioni e gli impegni rispetto ai diritti degli uomini e dei popoli; anche di fronte a veri e propri crimini di guerra la richiesta del cessate-il-fuoco sembra un atto di radicalismo.
Di fronte alla gravità della situazione e alle forze in gioco ci si rende conto della scarsa rilevanza di quanto noi, singoli cittadini e organizzazioni civili, possiamo dire e possiamo fare. Crediamo sia comunque importante dare voce al dolore e alla preoccupazione che le immagini e le notizie di questi giorni ravvivano continuamente.

 

Il dolore è immediato di fronte ai bambini massacrati, al migliaio di uccisi, agli incalcolati feriti e mutilati, al milione di sfollati e rifugiati; scene di umanità profanata che si sommano a quelle del vicino macello iracheno. La preoccupazione è anche per quanto il Medio Oriente, tra Palestina, Iraq e Libano, rappresenta per tutti noi: una fonte di tensioni costanti, spesso aggravate da improprie contrapposizioni religiose o etniche, che si riflettono nelle nostre società creando ulteriori divisioni. La centralità di questa regione nella politica planetaria (come dimenticare il nevralgico groviglio di ricchezza energetica, interessi commerciali, concentrazione di armi da Israele all’Iran?) fa sì che parlare di “loro” sia anche un parlare di “noi”.

 

Eppure vogliamo pensare che questo ennesimo conflitto, terribile e angosciante per gli scenari che apre, potrebbe anche diventare opportunità per cambiamenti politici a cui concorrano i vari attori a diversi livelli, sia dell’area regionale che della comunità internazionale. Una nuova era di negoziazione è l’unica via.
Potrebbero essere valorizzate e potenziate le iniziative di opposizione alla guerra e di dialogo tra le parti in conflitto, in tanti paesi e in particolare all’interno della società israeliana; è diffusa infatti l’idea che una politica di aggressione sia cieca e controproducente, non solo per Israele. E non solo sul piano della sicurezza, ma anche su quello della democrazia.

Intanto in questi giorni manifestazioni popolari e interventi diretti di associazioni dimostrano quanto sia viva la volontà di dare concretezza alla solidarietà tra i popoli; ricordiamo, per esempio, che dal 5 al 9 agosto sarà in Libano una delegazione di diverse organizzazioni della società civile italiana con l’obiettivo di sostenere il difficile lavoro di assistenza alla popolazione e di informazione sulla guerra.
Come organismi volontari ci diamo il compito di far conoscere e appoggiare questo tipo di iniziative dal basso, soprattutto nel momento in cui sarà possibile un intervento concreto e diffuso; per il momento ci affianchiamo a quanto è già stato fatto a livello locale per proporre alcune azioni.

 

Ai Comuni trentini chiediamo di seguire l’esempio della città di Trento che si è fatta carico di un’opera di sensibilizzazione e di una raccolta firme per la pace in Libano.
Alle varie istituzioni proponiamo di appoggiare esplicitamente presso il governo nazionale i sei punti individuati nel documento del Forum trentino per la Pace, con l’aggiunta di:
– una revisione di tutti gli accordi militari, compreso il recente accordo di cooperazione militare con lo Stato di Israele, per verificarne la coerenza con l’art. 11 della Costituzione Italiana,
– un impegno forte in sede europea ed internazionale per costituire dei corpi di intervento civile non armato e nonviolento nei conflitti.

 

Riteniamo importante che la Chiesa e le comunità cristiane, ispirandosi all’esplicito richiamo del Papa per una cessazione immediata di ogni violenza, mantengano viva l’attenzione sugli avvenimenti del Medio Oriente.
Invitiamo tutti i cittadini a rendere visibile “il ripudio della guerra” esponendo la bandiera della pace.

 
Sabato 5 agosto, a partire dalle ore 18, sarà organizzato un momento di sensibilizzazione a Rovereto, in piazza Loreto.

 
Comitato delle Associazioni per la Pace e i Diritti Umani di Rovereto
Casa per la Pace Alto Garda e Ledro
Associazione onlus “Pace per Gerusalemme. Il Trentino e la Palestina”

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2 Comments

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